Non poteva esserci un nome più adatto per questo posto: La Maliosa!
Una natura praticamente immutata, che si perde alla vista e che ti avvolge nella sua disarmante semplice bellezza.
E che, appunto, ti ammalia.
Siamo nel Comune di Manciano in provincia di Grosseto, nei pressi di Saturnia: una parte della Maremma dove le colline si stendono dolci e il paesaggio conserva il suo aspetto più selvaggio e incontaminato.
Qui Fattoria La Maliosa si estende per circa 170 ettari, integrandosi perfettamente in questo contesto.
Tutto ciò avviene grazie alla determinata convinzione di Antonella Manuli che, circa vent’anni fa, ha concepito il progetto di agricoltura sostenibile de La Maliosa.
E così nel 2008, dopo una lunga esperienza manageriale, Antonella Manuli decide di dedicarsi a tempo pieno a questo progetto con la realizzazione di un’azienda agricola che potesse produrre vini e oli di alta qualità, seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica e della viticoltura naturale, senza pregiudicare l’integrità del territorio.
Si inizia con neanche un ettaro di vigna con vecchie viti, denominata poi ‘Vigna Madre’, e poco più di un centinaio di ulivi più che centenari; in breve tempo i nuovi impianti di vigneti, che riprendono le varietà già presenti, quali Procanico, Sangiovese, Cannonau Grigio, Ciliegiolo e Barbera.
Anche l’uliveto si amplia in breve tempo con nuove 3.600 piante di cultivar tipiche del territorio, quali Leccino, Frantoio, Moraiolo.
La conduzione agricola diventa ufficialmente biologica nel 2010 con la relativa certificazione.
Il progetto si consolida nel 2013 con l’incontro e la collaborazione dell’agronomo Lorenzo Corino e l’impianto di nuovi vigneti allineati secondo le curve di livello delle coste, con allevamenti ad alberello; non solo, anche le modalità di conduzione in vigna vengono codificate con la definizione del ‘Metodo Corino’, che favorisce la massima espressione di vitigno, terreno e ambiente, senza interventi invasivi o utilizzo di additivi e solfiti: il metodo è il punto di riferimento della produzione aziendale e, di fatto, rimane per La Maliosa il lascito più importante del Prof. Corino dopo la sua prematura scomparsa, avvenuta a fine 2021.
Negli ultimi anni il patrimonio di vigneti si amplia con i quelli situati nel Comune di Pitigliano dove, su terreni tufacei, si vuole valorizzare le varietà Procanico e Grechetto: oggi, il totale dei vigneti arriva a nove ettari e mezzo.
I nostri assaggi a Fattoria La Maliosa hanno messo in evidenza prodotti che indiscutibilmente riflettono la tradizione vitivinicola locale ma che, al contempo, esprimono una filosofia produttiva caratterizzante, tale da suscitare curiosità anche ai palati più navigati.
Di carattere i vini bianchi macerati: l’entry level ‘Saturnalia Bianco’, assemblaggio di procanico e trebbiano, racconta appieno il territorio vulcanico di Pitigliano, dove giacciono i vigneti di 35 anni; fermentazione con lieviti naturali e macerazione sulle bucce per 3 settimane, segue passaggio in legno per 5 mesi.
Giallo paglierino intenso, sentori di frutta a polpa bianca e maggiorana; gusto dominato da freschezza, media struttura e persistenza.
Sempre dallo stesso territorio abbiamo ‘Uni’ a base di procanico: anche in questo caso fermentazione con lieviti naturali con macerazione sulle bucce per 3 settimane, segue passaggio in legno per 7 mesi.
Giallo paglierino con riflessi dorati, al naso complesso per le intriganti note evolutive; sorso deciso per freschezza, struttura e persistenza: una vera chicca enologica.
Il ‘Saturnalia Rosso’, da uve cliegiolo, sangiovese e cannonau grigio che proveniengono dai vigneti di Monte Cavallo nei pressi di Saturnia: fermentazione con lieviti naturali, macerazione per 4 settimane a cui segue maturazione in legno per circa 20 mesi.
Rosso rubino con riflessi granati, sentori di frutta rossa, speziature e sottobosco; corpo medio all’assaggio, preciso l’equilibrio, buona la lunghezza.
Gli altri rossi dell’Azienda esprimono molto bene i singoli varietali.
Il ‘Rosso’, da uve ciliegiolo, segue fermentazione con lieviti indigeni, macerazione per 4 settimane con follature periodiche, maturazione in legno per 12 mesi.
Rubino intenso, sentori di piccoli frutti rossi e neri maturi, note floreali e balsamiche; piacevole sorso fresco e fruttato, corpo sostenuto da tannini maturi, persistente.
‘Stellata’, da uve cannonau grigio, osserva fermentazione con lieviti indigeni, macerazione per 4 settimane, invecchiamento in legno per 11 mesi.
Presenta un colore rosso rubino scarico, al naso si caratterizza per i sentori di piccoli frutti rossi e note speziate; sorso fruttato con tannino fine, struttura e buona persistenza.
‘Tarconte’, da uve sangiovese, fermenta per l’azione dei lieviti indigeni, con macerazione per 4 settimane; segue evoluzione in botte per 18 mesi.
Colore rosso rubino con riflessi granati, evidenzia complessità olfattiva, un gusto fresco, struttura media, persistenza.
Ma La Maliosa non è solo vino, in quanto la produzione di olio EVO bio riscuote il successo del pubblico e diversi riconoscimenti nei più prestigiosi concorsi nazionali ed esteri; due le etichette: ‘Aurinia’, blend di cultivar toscane, e ‘Caletra’, un cru monocultivar di Leccio del Corno.
La Maliosa è anche esperienza enoturistica, con le visite in azienda situata in località Monte Cavallo, che offrono opportunità di escursioni con degustazioni e pic-nic a stretto contatto con la natura, come la suggestiva esperienza sotto il cielo stellato estivo con le tipiche StarsBox.
L’offerta enologica de La Maliosa si completa con quella gastronomica del ‘Saturnalia Wine Bar & Restaurant’ che si trova sulla piazza principale del borgo di Saturnia dove, oltre a degustare i vini dell’azienda, si possono apprezzare i piatti della tradizione maremmana.
Sempre a Saturnia, c’è la possibilità di soggiornare al ‘Saturnalia Village Rooms’, struttura ricettiva posizionata in un palazzo storico del borgo risalente al 1600 e recentemente ristrutturato in uno stile country molto raffinato, che offre comode camere private con bagno oltre a un soggiorno comune.
Un’esperienza a tutto campo, dunque, quella de La Maliosa, che mira a far entrare l’ospite a diretto contatto con un territorio per farne comprendere la sua anima più naturale.