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Montecucco Sangiovese DOCG e Montecucco DOC

Siamo nella zona dell’Amiata Grossetana, nelle colline alle pendici del Monte per eccellenza della Maremma, che una volta era un vulcano, colline a ridosso del medio corso del fiume Ombrone e del suo affluente Orcia.

Sicuramente una zona vocata per la viticoltura, che non ha nulla da invidiare ai più blasonati territori di produzione che con essa confinano, come Montalcino e Val d’Orcia.

Il territorio di produzione comprende tutto o in parte dei territori comunali di Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano, ad esclusione delle zone di fondo valle.

Montecucco Sangiovese DOCG

La denominazione è stata riconosciuta nel 2011 e modificata nel 2014, è riservata ai vini prodotti con uve del vitigno sangiovese per un minimo del 90% e, per il restante massimo 10%, sono ammessi altri vitigni a bacca nera, esclusi malvasia nera, malvasia nera di Brindisi e aleatico; la denominazione è riferita alle tipologie Rosso base e Riserva.

Il disciplinare prevede per i vini base un affinamento minimo di 2 anni, di cui almeno 12 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia; la tipologia “riserva” prevede un invecchiamento minimo di 3 anni, di cui almeno 24 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia.

È ammessa la menzione Vigna, con definite indicazioni geografiche o toponomastiche, riferite a Comuni e frazioni.

La resa prevista è di massimo 7 tonnellate per ettaro.

Il titolo alcolometrico minimo è del 13% per il base e del 13,5% per il Riserva.

In questi territori il sangiovese ha una espressività peculiare, mostrando già alla vista un intenso colore rosso rubino che vira al granato nei vini con qualifica Riserva; al naso emergono sentori fruttati da piccoli frutti rossi, con evidente speziatura nelle Riserva.

Al palato presentano discreta freschezza, ottima struttura sostenuta dalla componente alcolica,  tannini integrati, discreta mineralità e piacevole lunghezza.

L’epoca migliore per il consumo è di 3-5 anni per i base e di 4-6 anni per la Riserva.

Ottimo l’abbinamento con i piatti della zona, come il Buglione di Lepre, la Zuppa di funghi porcini e il Pecorino stagionato dell’Amiata.

Montecucco DOC

mappa-montecuccoIl riconoscimento di questa denominazione risale al 1998 ed è riferita alle tipologie bianco, rosso, rosso con menzione “Riserva”, Rosato, Vermentino, Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice.

I vitigni utilizzabili sono quelli usualmente coltivati nell’area considerata: sangiovese, ciliegiolo, trebbiano toscano, vermentino, malvasia bianca lunga e grechetto; a questi si possono abbinare varietà come canaiolo nero, colorino, syrah, alicante, merlot, cabernet sauvignon, petit verdot e montepulciano.

La produzione di vino bianco prevede l’utilizzo di trebbiano toscano e/o vermentino per un minimo del 40%, mentre è prevista la menzione Vermentino con minimo del varietale all’85%; l’alcool minimo previsto è del 11,5%, il periodo di affinamento minimo è di tre mesi.                                    

La tipologia vino rosso prevede un minimo di sangiovese del 60%, con la possibile aggiunta massima del 40% di altri vitigni a bacca nera, ad esclusione di malvasia nera, malvasia nera di Brindisi e aleatico; il minimo di gradazione alcolica è del 12%, e un affinamento di minimo 10 mesi.

Per la versione Rosso Riserva le varietà e le percentuali sono le medesime del rosso, mentre la gradazione di alcool minima è di 12.5% e l’affinamento minimo previsto è di 24 mesi.

I vini rosati prevedono l’utilizzo di sangiovese e/o ciliegiolo per un minimo del 60%, mentre per il restante massimo 40% sono ammessi altri vitigni a bacca nera, ad esclusione di malvasia nera, malvasia nera di Brindisi e aleatico; la gradazione alcolica minima è del 11,5%, e l’affinamento previsto è di minimo 3 mesi.

La tipologia Vin Santo prevede l’utilizzo minimo del 70% di malvasia bianca e/o grechetto bianco e/o trebbiano toscano, mentre la tipologia Vin Santo Occhio di Pernice quella di sangiovese minimo del 70%; in ambedue i casi il periodo di affinamento minimo deve essere di 36 mesi.

L’epoca migliore per il consumo è per i Bianchi di 1-2 anni, per i Rossi di 2-4 anni e per il Vin Santo di 4-8 anni.

La freschezza e le note fruttate dei vini bianchi di questa denominazione consentono il giusto abbinamento con il rombo al forno con patate; la complessità dei rossi, in particolare delle Riserve, permette di abbinare i piatti tipici locali, come le pappardelle al cinghiale o il pecorino stagionato amiatino.

Nel 2000 nasce il Consorzio per la tutela e la promozione della DOC Montecucco per merito di venti Aziende vitivinicole del comprensorio, con l’intento di promuovere il marchio e migliorare la qualità del prodotto: oggi il Consorzio raccoglie 65 aziende per una produzione complessiva di oltre un milione di bottiglie l’anno.

 

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